“Non siamo qui per chiederci come siamo, ma per cercare risposte alle sfide del futuro”, ha spiegato Fabio Cavicchi (nella foto), presidente di Uneba Emilia Romagna. Così ha aperto, e dato l’indirizzo, a “L’invecchiamento: sfide e opportunità per la società di domani”, convegno nazionale a Rimini il 25 e 26 settembre che ha avuto, come ha notato lo stesso Cavicchi, una risposta superiore alle più rosee aspettative in termini di affluenza. Ha fatto da moderatore il giornalista di Avvenire Francesco Ognibene.
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“Le sfide per la società di domani – ha detto il presidente nazionale Uneba Franco Massi in riferimento al titolo del convegno – riguardano le istituzioni pubbliche; riguardano gli enti come quelli Uneba, che hanno bisogno ogni tanto di fermarsi e pensare al futuro; riguardano gli operatori, perché senza di loro che garantiscono la qualità del servizio, non si fa nulla. Le sfide, a livello territoriale, stanno nel costruire servizi sempre più in rete. Ed introdurre novità che meglio si adattino alle esigenze delle persone”.
“Noi enti dobbiamo essere capaci di intercettare i bisogni del territorio, anche quelli che restano inespressi, diversificando i servizi che offriamo”, ha sottolineato don Vincenzo Barbante (nella foto), presidente della Fondazione Don Gnocchi. “Dobbiamo declinare la parola ‘cura’ secondo 4 prospettive: verso l’ospite; verso l’operatore, che non è solo strumento per il fine, ma anche protagonista di un percorso,e deve essere messo in condizione di poterlo fare; verso le famiglie; e verso i volontari”.
A portare il saluto della Diocesi di Rimini è intervenuto il vicario generale don Maurizio Fabbri.
Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, ha sottolineato l’importanza della convivalità e dello stare insieme nel garantire una vita di qualità e salute, mentre al contrario la solitudine aumenta la mortalità e il rischio demenza. Ha poi evidenziato alcuni miglioramenti nella condizione generale dell’anziano: la condizione economica mediamente soddisfacente, l’attenzione solidaristica con sviluppo di cohousing in varie forme, la riduzione del 30% negli ultimi 20 anni dei sucidi degli anziani. Ha concluso con un augurio al suo uditorio: “la relazione d’amore e il lavoro di assistenza siano una strada per ringiovanire i cuori inariditi”.
“Accompagnare il passaggio – Al cuore del legame generazionale” è il titolo della relazione di Vittorio Cigoli, presidente della Scuola di Psicoterapia Integrata, coorganizzatore del convegno. “I momenti di passaggio – ha sottolineato Cigoli- sono tutti fonti di salute o al contrario di grave malattia: il passaggio che avviene all’entrata in un servizio (es l’ingresso in centro servizi per anziani) è cruciale. Serve un vero rito di passaggio per controbilanciare l’angoscia della perdita, perchè altrimenti gli effetti negativi ricadono anche sulle generazioni successive”.
Nelle sue slide, Giovanni Di Bari, presidente di Uneba Marche, ha indicato alcuni possibili modelli di innovazione per i servizi agli anziani, ed in particolare quanti vivono nelle aree interne, lontano dalle città. In particolare, attraverso nuovi modelli di sviluppo dell’abitare che reintroducano il senso di comunità e di appartenenza. In particolare ha fatto riferimento alla Strategia Nazionale Area Interne. Sullo stesso tema, Fabio Cavicchi, presidente di Uneba Emilia Romagna, ha insistito sulla necessità di “andare verso” gli anziani, interventi anche a domicilio e nei paesi più piccoli. Molti infatti, ha rilevato Cavicchi, sono gli anziani che non conoscono i servizi cui avrebbero diritto, o non possono accedervi. Cavicchi ha presentato il progetto “A cura di te” di Fondazione Santa Clelia Barbieri. Guarda le slide di Cavicchi.
Marco Del Riccio e Lorenzo Blandi hanno presentato il progetto “Virtual hospital, tra ospedale, territorio e casa: innovazione organizzativa e tecnologica attraverso nuovi percorsi di cura e di assistenza”.
“Dobbiamo garantire che si possa vivere più a lungo senza che la vecchiaia diventi un dramma, anziché un’opportunità. Dobbiamo estendere la quantità dei servizi che offriamo, perché i bisogni aumentano, ma senza abbassare la qualità”. Questo l’obbiettivo per la sanità e il sociosanitario del domani delineato dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ospite al convegno Uneba. “Il pubblico in futuro potrà gestire di meno e controllare di più. E possiamo pensare di rivedere il sistema di accreditamento per garantire che la verifica non sia coercitiva, ma una misurazione della qualità,e che dove c’è qualità tu la vada a premiare”.
E infine, rivolgendosi agli enti Uneba : “Grazie di quello che fate: siete un pezzo del sistema del welfare che garantisce qualità del lavoro e posti del lavoro. Vi chiediamo uno sforzo: per controllare voi stessi, per aumentare la formazione per i dipendenti, per garantire la qualità che, attraverso l’accreditamento, pretendiamo”. (In Emilia Romagna gli enti associati Uneba sono circa 50).
Vogliamo fare del contratto Uneba uno strumento per la qualità, ha sottolineato Ernesto Burattin, capo delegazione di Uneba per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, nella sua relazione, evidenziando alcune peculiarità del contratto Uneba: dai permessi per motivi di volontariato a quelli per motivi di studio, fino all’istituto della Banca Ore (qui il testo del contratto Uneba vigente).
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