Riconoscere la bellezza intrinseca in ogni persona cui ci dedichiamo e svolgere il nostro con quel plus che sono le motivazioni ideali radicate nella fede.
Queste le indicazioni a Uneba di mons.Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa, che ha celebrato la messa nella Cattedrale di Pisa sabato 25 novembre mattina per i partecipanti al convegno Uneba “Welfare di comunità”.
“E’ dall’incontro con Dio – ha detto l’arcivescovo all’inizio della celebrazione – che cogli gli elementi per dare senso al tuo servizio al povero o all’ammalato. Un momento di preghiera all’interno di occasioni come il vostro convegno Uneba non è solo opportuno: è necessario”.
“Umanizzazione delle cure – ha detto mons.Benotto nell’omelia – non è semplicemente mettete colore su un oggetto scolorito, bensì mettere anima, efficacia, bellezza in ciò che si sta facendo. E si può dare bellezza solo se si riconosce la bellezza intrinseca di ogni persona (assistita). Una bellezza che ogni persona possiede di per sé: la bellezza della dignità umana. E questa bellezza, nella fede, ha sorgente nell’essere ogni persona immagine e somiglianza di Dio”.
“Fare tutto nel modo migliore? Lo si può fare solo se si tiene conto non solo dell’efficienza umana, ma soprattutto delle motivazioni spirituali. Ben si vede quando una persona opera non solo perché ha professionalità, ma anche per motivazioni ideali”.
“Che il vostro servizio in Uneba possa essere esemplare e significativo per altri che operano nel vostro stesso settore ma non hanno alle spalle motivazioni soprannaturali, più piene rispetto alla semplice umanità: quelle che, come cristiani, il Signore ci ha offerto”.
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