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Incontinenza: quello che fanno le Asl per gli anziani non basta

Fondazione Italiana Continenza e Istud hanno realizzato la ricerca “Gestione dell’Incontinenza nell’anziano: appropriatezza e sostenibilità”. Si tratta di un’analisi su un problema che riguarda da vicino gli enti associati Uneba: si stima che circa il 70% degli anziani in rsa o casa di riposo abbia problemi di continenza.

L’indagine ha coinvolto 19 aziende sanitarie in Piemonte, Lombardia, Toscana e Campania. Considerando (per ragioni metodologiche) solo 14 di queste, il numero di persone assistite o a cui sono stati forniti ausili per l’incontinenza è di 77.346 nel 2009.

Intervistate anche 98 persone con problemi di incontinenza.

Alcuni spunti tratti dall’indagine

Gli ausili più usati sono, da una parte, pannoloni sagomati e pannoloni a mutandina,e dall’altra cateteri intermittenti standard idrofilici o pregellati.

I 98 intervistati dedicano alla gestione dell’incontinenza in media 53 minuti al giorno e in media 3 volte all’anno si presentano da un medico specializzato.

Il 28% dei pazienti è costretto a integrare personalmente le forniture dei prodotti perché quelli passati dall’azienda sanitaria non bastano.

“Emerge -si legge nella conclusioni dell’indagine . un forte disagio sociale e un elevato carico assistenziale ed economico per pazienti e care-givers, di cui i responsabili del servizio presso le Asl risultano non consapevoli”.

“Il Servizio Sanitario Nazionale identifica come criterio base per la scelta degli ausili da mettere a disposizione delle persone incontinenti il fattore costo, spesso indipendentemente dalla qualità tecnica dei prodotti e altrettanto spesso minimizzando se non ignorando i bisogni e le aspettative dei pazienti”.

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