“La filantropia deve uscire dalla logica emergenziale ed entrare in una logica strategica” è stato il tema dell’applauditissima lectio magistralis di Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali al convegno “Custodi della fragilità” di Uneba nazi0nale.

Realizzato sotto forma di intervista con il direttore generale di Fondazione Opera Immacolata Concezi0ne Onlus Fabio Toso, l’intervento di Zamagni, oltre al tema del titolo, tratta anche della motivazione al volontariato.

“Per attirare un volontario – si è raccomandato Zamagni-, specialmente giovane, bisogna fargli sentire che è importante per la causa. Si soddisfa così il suo bisogno di autorialità (dal latino augeo, far crescere). Invece a volte il volontario è visto come un portatore d’acqua, utile ma non indispensabile. Non devi avvicinare i giovani in modo pietistico dicendo ‘devi aiutare’: se obblighi uno a donare, non è più un dono”.

“Dobbiamo risvegliare l’idea di fare le cose per amore“.

Il dono è più di una donazione: è una relazione interpersonale”.

Non dobbiamo, si è raccomandato Zamagni, considerare una dicotomia pubblico-privato. “Uneba appartiene alla sfera del civile, in una tripartizione pubblico-privato-civile”. Che è quella, ha sottolineato il professore, a cui fanno riferimento gli articoli 42 e 43 della Costituzione.

“Su questo tema è rivoluzionaria la sentenza 131 del giugno 2020 della Corte Costituzionale che afferma che il civile ha la stessa dignità del pubblico e del privato” (ne parlavamo anche sul sito Uneba).