Mancano medici di base, e ne mancheranno sempre di più. Che fare?
Per garantire l’assistenza agli anziani cronici e fragili, una risposta alla carenza di medici e a supporto della medicina territoriale può arrivare dalle Rsa -in Lombardia sono 715, diffuse capillarmente sul territorio- e dai suoi medici, che di anziani cronici e fragili hanno esperienza e competenza.
È questo l’intento di uno schema messo a punto da Stefania Pozzati, a capo della Direzione Sociale di Fondazione Sacra Famiglia e coordinatrice della Commissione Anziani di Uneba Lombardia, assieme Alfonso Mercuri (Direttore generale Asp Voghera) e Giuliano Stocchero (Direttore Sanitario Fondazione Casa di Riposo di Asola e Fondazione Contessa Rizzini), con il supporto di Emanuela Foglia (Università Liuc).
Si tratta di un nuovo modello di presa in carico che punta sul ruolo del medico della Rsa quale process owner della salute dell’anziano al domicilio, in particolare dell’anziano fragile e con più malattie.
I curatori del progetto hanno provato a definire un percorso organizzativo di sperimentazione, evidenziando gli indicatori di riferimento e i risultati attesi. La sperimentazione dovrebbe cominciare da un gruppo di anziani che le Rsa già seguono con la Rsa Aperta.
Se i bambini possono avere un pediatra di libera scelta, perché gli anziani, cronici, non possono avere un geriatra di libera scelta o un medico esperto nella cura della cronicità?
Il progetto è stato presentato all’assemblea Uneba Milano del 16.12.22
La Commissione Anziani di Uneba Lombardia, inoltre, ha elaborato e sottoposto alla Regione Lombardia una serie di documenti tecnici, finalizzati a richiedere un confronto con Regione e il riconoscimento di un ruolo proattivo nel contesto programmatorio regionale.
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