Come contribuire a ridurre e annullare gli abusi sugli anziani?
Mettendoli al centro.
E’ la riflessione di Uneba, voce di varie centinaia di enti non profit che si dedicano agli anziani, in occasione della Giornata mondiale sulla consapevolezza degli abusi sulle persone anziane, di martedì 15 giugno.
L’abuso – ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità– non è solo la violenza fisica, ma anche gli insulti e le minacce, l’abbandono dell’anziano, non offrirgli il sostegno di cui ha bisogno, sottrargli i suoi beni economici, violare la sua intimità.
Tutto questo non accade quando chi si prende cura degli anziani lo fa con professionalità ed umanità; quando si opera nel rispetto della normativa e della trasparenza; quando i servizi agli anziani pensano agli anziani prima che ai servizi; quando chi lavora con gli anziani è cosciente del grande valore che ha il suo lavoro per l’intera società; quando i controlli bloccano le iniziative improvvisate, abusive -o perfino malintenzionate- che ingannano anziani e famiglie.
Ma prima di tutto, si prevengono gli abusi sugli anziani quando c’è chi di prende cura di loro: e invece i dati Istat recentemente pubblicati ci dicono che circa 1,3 milioni di persone con più di 75 anni, quasi il 19% del totale, dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni.
L’obbiettivo di Uneba, recita il nostro statuto, è “concorrere, attraverso l’azione degli enti associati, al miglioramento morale, materiale e sociale della condizione delle persone e delle famiglie che si trovano in situazione di difficoltà”. Questa è la parte da cui stiamo, questo l’impegno che chiediamo agli enti associati.
Una delle slide dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sugli abusi agli anziani
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