Emendamento Giorgetti sul Superbonus, i 100 milioni previsti sono un aiuto piccolissimo per le decine di migliaia di enti del Terzo Settore – Il non profit di Uneba si appella a Governo e forze parlamentari
Un investimento maggiore permetterebbe di innalzare la qualità della vita delle persone fragili cui il non profit si dedica
ROMA, 13 MAGGIO 2024 – “Quanto previsto dall’emendamento è solo un aiuto piccolissimo per molti enti, o un buon aiuto per pochissimi enti. Per il non profit che si dedica ai più fragili serve qualcosa in più”.
Così Franco Massi, presidente di Uneba, commenta l’emendamento al decreto sul Superbonus presentato dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, che prevede, all’articolo 1/ter un “Contributo per la riqualificazione energetica e strutturale realizzata dagli enti del terzo settore, dalle onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale”.
Uneba è la più rappresentativa organizzazione di categoria del non profit dell’assistenza agli anziani e soggetti fragili, con oltre 1000 associati.
“Il contributo proposto – spiega Massi- è di 100 milioni di euro, ma gli enti potenzialmente interessati sono decine e decine di migliaia, e gli interventi di riqualificazione sono spese da milioni di euro. Pur ringraziando il Ministro per l’iniziativa, ci permettiamo di far notare che i benefici per il settore, e di conseguenza per la qualità della vita delle persone fragili che assistiamo, sarebbero davvero ridotti se questo emendamento fosse approvato così com’è”.
“Ci appelliamo invece al ministro, al Governo e alle forze parlamentari tutte perché possa aumentare la dotazione di questo fondo, in modo che un maggior numero di enti possa trarre un beneficio concreto. Viceversa, molti enti probabilmente rinunceranno anche ad avviare i lavori, a danno dell’ambiente e del valore dei propri immobili”.
“Comprendiamo l’esigenza di limitare le spese – chiude Massi – , ma perché devono essere gli enti non profit che assistono gli anziani non autosufficienti o le persone con disabilità a pagare il conto? Non è in un settore già in forte difficoltà, come il nostro, che il Governo può tagliare ulteriori risorse”.