L’Agenzia del Terzo Settore ha pubblicato le “Linee guida sulla definizione di criteri e di modelli per la partecipazione del terzo settore alla determinazione delle politiche pubbliche a livello locale”.
Un tema di particolare rilevanza per Uneba, che, come associazione di categoria di enti del Terzo Settore, è chiamata, ad esempio con audizioni o richieste di pareri, a dare il suo contributo all’elaborazione legislativa nelle sedi istituzionali (ad esempio le commissioni consiliari regionali). Inoltre, come parte della sua mission, Uneba si impegna per rappresentare e tutelare gli associati nei loro rapporti con gli organi legislativi, governativi ed amministrativi e proporre ai competenti organi legislativi i provvedimenti utili ai fini di una equa politica sociale, oltre a promuovere la partecipazione alla programmazione ai diversi livelli ed in tutte le sue fasi.
Lo scopo di queste nuove “Linee guida” è innalzare a livello generale il livello di partecipazione del Terzo Settore e formalizzare i meccanismi di questa partecipazione. Cercando di estendere le materie in cui il Terzo Settore è coinvolto. La sua partecipazione, scrive l’Agenzia, dovrebbe “potersi rivolgere a tutti i provvedimenti idonei a influire negli ambiti in cui (il Terzo Settore) esso svolge la propria funzione”.
Alle amministrazioni pubbliche, inoltre, l’Agenzia con queste Linee Guida chiede di istituire un ufficio unico per i rapporti con il terzo settore, a competenza trasversale e non limitata al solo settore sociale.
Ciascuna amministrazione deve avere un proprio regolamento sulla partecipazione, che definisca gli obblighi di informazione alla cittadinanza.
Che si tratti partecipazione organica, procedimentale o diffusa (termini spiegati nel Glossario allegato alle Linee guida), il Terzo Settore “è chiamato ad intervenire in tutto il procedimento, o comunque in una fase in cui sia ancora possibile incidere sul contenuto dell’atto”. E dev’essere l’amministrazione pubblica a promuovere questo coinvolgimento.
Ma, aggiungono le Linee Guida, “occorre senz’altro favorire e potenziare la partecipazione del Terzo settore anche alla fase della valutazione degli esiti della partecipazione”.
Importante, rileva l’Agenzia, è la “creazione di sedi strutturate di partecipazione” del Terzo Settore. Meglio: un’unica sede organizzata di rappresentanza, con possibilità di composizione variabile a seconda dei temi affrontati che sia interpellata dall’amministrazione pubblica sia nei procedimenti legislativi che in quelli amministrativi.
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