Uneba vuole rafforzare la collaborazione con le Diocesi italiane e con le congregazioni religiose nei servizi alle persone fragili, che sono la vocazione che ci accomuna.
Uneba vuole promuovere convergenze e collaborazioni in modo che gli enti di radici cristiane abbiano sempre più voce nel coprogrammare e coprogettare i servizi assieme all’ente pubblico, come prevede la Riforma del Terzo Settore.
E’ il messaggio lanciato dal presidente di Uneba nazionale Franco Massi nel suo intervento in conclusione del convegno “Un patto per la cura – Le opere di ispirazione cristiana toscana si incontrano” organizzato il 21 maggio a Marina di Massa con Uneba Toscana.
Ad ascoltarlo mons. Andrea Migliavacca, vescovo della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, delegato della Conferenza Episcopale Toscana per i servizi alla persona, e mons. Mario Vaccari, vescovo della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, delegato della Conferenza Episcopale Toscana per la Caritas. Entrambi sono stati relatori al convegno, cui hanno assistito per intero.
Per poter fare rete, ha evidenziato Massi, è necessario superare particolarismi e protagonismi.
Nel suo intervento il presidente Uneba ha poi ricordato che nel settore sociosanitario il non profit rappresenta il 55% circa, e a comporre questo 55% è quasi interamente il non profit di radici cristiane che fa riferimento a Uneba.
Gli enti associati Uneba si ribadisce, sono fondamentali per l’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Ma il settore sociosanitario, ha aggiunto Massi, ha troppo poco peso. Il Sistema Sanitario Nazionale è ancora troppo incentrato sugli ospedali, che non rappresentano la giusta risposta, ad esempio, all’invecchiamento della popolazione che porta con sé l’aumento della cronicità. Ospedali che, oltretutto, hanno costi molto più elevati e quindi rafforzano i timori sulla sostenibilità a lungo termine del SSN.