Anche Uneba, con il presidente Uneba Lombardia Luca Degani, partecipa allo webinar “La strage nascosta. Cosa è accaduto nelle residenze per anziani in tempi di pandemia” in programma mercoledì 1 luglio dalle 17 alle 19.
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La relazione introduttiva, che potete scaricare da qui o sfogliare qui sotto, è di Marco Arlotti e Costanzo Ranci del Laboratorio Politiche Sociali del Politecnico di Milano e punta a dare all’opinione pubblica e alla comunità scientifica una ricostruzione, quanto più approfondita, dei processi e delle dinamiche che hanno portato contagi e decessi da Covid19 nelle strutture per anziani, in particolare in Lombardia.
In Lombardia, in particolare, notano gli autori, come altrove, “la strategia di prevenzione e fronteggiamento della crisi sembra avere mostrato diverse lacune. Le questioni cruciali che emergono sono le seguenti:
- il ritardo iniziale nel blocco degli accessi alle strutture
- lo spostamento di pazienti (inclusi pazienti Covid-19) dagli ospedali alle strutture residenziali
- il ritardo nell’esecuzione dei tamponi
- il mancato supporto alle RSA nel garantire livelli adeguati di assistenza
sanitaria”.
Anche Uneba ha evidenziato, in sostanza, ripetutamente, gli stessi problemi.
“La strage – scrivono Arlotti e Ranci – ha trovato nei ritardi, nelle inadeguatezze e soprattutto nell’indifferenza delle politiche pubbliche, un fattore decisivo di moltiplicazione. Se un numero limitato di decessi in queste strutture può apparire inevitabile, è indubbio che la dimensione della strage appare il frutto di concatenazioni largamente evitabili. Se vogliamo evitare che questo si ripeta in futuro, crediamo sia necessario comprendere le ragioni che hanno mosso questo meccanismo”.
“Le strutture di ricovero costituivano già, ancora prima che COVID-19 sconvolgesse il mondo, un’emergenza. Si trattava di strutture che, pur facendo integralmente parte del Servizio Sanitario Nazionale (ricordiamo: i livelli essenziali di assistenza prevedono, fra le misure di integrazione socio-sanitaria, appunto anche i ricoveri degli anziani), sono state tradizionalmente collocate in una posizione marginale, dando per scontata la loro funzione “assistenziale”. In questo quadro, le residenze si sono sempre più specializzate nell’offerta di servizi sanitari, con un’utenza in larga parte costituita da grandi anziani in condizioni di grave fragilità psico-fisica, pur non disponendo di risorse economiche, organizzative e di capitale umano, nemmeno lontanamente pari a quelle degli ospedali.
Si è così creata una sorta di sanità di serie B, già abbandonata ad una deriva che, di fronte all’irrompere del diluvio, è stata completamente travolta”.
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