L’Ocse ha pubblicato lo studio: “Ageing: debate the issues” dedicato all’analisi di molte delle tematiche attinenti l’invecchiamento.
Qui lo studio (in inglese), qui una sintesi in italiano.Ne traiamo alcuni spunti di interesse degli enti Uneba.
Secondo lo studio, il modello di assistenza sanitaria prevalente al giorno d’oggi non ha tenuto conto delle variazioni epidemiologiche e delle reali necessità assistenziali della popolazione. Il principale obiettivo a tutt’oggi rimane quello di costruire nuovi ospedali e migliorare sempre più i servizi per gli acuti. I sistemi L’invecchiamento della popolazione richiede invece di spostare il baricentro dalla cura di pochi episodi acuti, alla moltitudine delle necessità dei cronici, con un ruolo importante della medicina di famiglia e della continuity of care. sanitari, invece, ancora faticano a trovare risposte per gestire la pluricronicità, in particolare su come organizzare l’assistenza, quali parametri per misurarla, come garantire che i professionisti che se ne occupano abbiano le adeguate competenze.
I sistemi sanitari, si sottolinea, possono senz’altro migliorare nell’utilizzo della grande quantità di dati amministrativi, clinici e biologici che ogni giorno raccolgono. Organizzarli garantirebbe una migliore misurazione degli esiti assistenziali, servirebbe a migliorare l’ assistenza agli anziani con bisogni complessi.
In metà dei paesi dell’Ocse gli anziani over 65 hanno più d’una condizione cronica, gli anziani over 75 ne hanno più di tre.
Oggi sono 47 milioni gli affetti da demenza. L’Italia è uno dei paesi con la maggiore diffusione, la demenza riguarda circa il 6,3% degli anziani.
La spesa per l’assistenza a volte assorbe oltre il 60% della pensione. In Svizzera ad esempio, il costo dell’assistenza degli anziani è così alto che alcune famiglie “esportano” i famigliari anziani in Thailandia per potersi permettere di pagare una casa di riposo.
In Corea è diffuso il sistema uHouse (Ubiquitous Health House) per monitorare gli anziani: si garantiscono indipendenza e privacy fornendo comunque assistenza domiciliare. I sensori nella casa verificano, ad esempio, e come si vede nell’immagine qui a fianco, i movimenti degli anziani che ci vivono, il loro battito cardiaco, modifiche sensibili di peso…
Il tasso medio di povertà per gli anziani è sceso dal 15,1% del 2007, al 12,8% del 2010.
Oltre il 20% degli anziani sottoposti a indagine afferma di non avere più rapporti con gli amici.
(I dati riguardano, ovviamente, gli anziani residenti nei paesi Ocse, tra cui l’Italia)
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