Il Terzo Settore sociosanitario di Uneba chiede alle istituzioni ascolto, spazio, collaborazione, riconoscimento di parità. Per meglio progettare e programmare i servizi per le persone fragili, di cui gli enti del Terzo Settore spesso sono stati pionieri, esprimendo la sussidiarietà che anche la Costituzione riconosce.
E’ il messaggio emerso da “I nuovi scenari del welfare”, convegno di Uneba con Uneba Toscana, a Marina di Massa venerdì 28 ottobre e sabato 29 ottobre.
“Chiediamo certezze alle istituzioni: certezze sui tempi, sulle norme, sui finanziamenti. – ha detto nelle suo intervento conclusivo il presidente Franco Massi – Con orgoglio posso dire che noi di Uneba abbiamo credibilità verso le associazioni e le istituzioni: dobbiamo utilizzarla per trasmettere valore”
Nell’introdurre la prima giornata di lavori, dopo i saluti istituzionali, il presidente di Uneba Toscana Andrea Blandi ha evidenziato quanto ancora oggi il Terzo Settore è escluso dai processi decisionali nel settore sociosanitario, e spesso l’ente pubblico, nella pratica quotidiana, trattato da mero fornitore di servizi, che vanno a supplire alle mancata capacità dell’ente pubblico stesso. “Ma non è questa la nostra storia come enti Uneba!”, ha notato, E non è nemmeno quanto previsto dal legislatore.
Per questo, ha detto Blandi, è necessario occuparsi con impegno del tema della coprogettazione e cercare di essere protagonisti del cambiamento in corso. Operando anche come movimento politico e di opinione.
“E’ indispensabile unirsi tra enti” ha evidenziato Cristiano Gori, portavoce del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza che proprio di questa unione è un esempio. Unirsi e proporre, le due parole chiave. “Bisogna proporre all’amministrazione pubblica delle riforme ‘chiavi in mano’, pronte da adottare, grazie alla competenza tecnica del Terzo Settore, che in Italia è un’arma politica potentissima”.
I risultati però possono non arrivare subito, come testimonia la poca risposta della Legge di Bilancio 2024 alle proposte del Patto.
“L’idea di poter iniziare già nel 2024 l’attuazione della riforma della non autosufficienza ormai è andata, anche se il viceministro Bellucci troverà delle risorse .-ammette Gori-. La legge di bilancio è una battuta d’arresto, ma il processo di riconoscimento è per forza lungo: il settore dell’assistenza agli anziani è un settore estremamente giovane all’interno dell’assistenza”.
Nella ricerca di un necessario maggiore protagonismo per gli enti del Terzo Settore, conviene partire dalle buone pratiche territoriali, ha evidenziato invece Virginio Brivio (nella foto), coordinatore della commissione Pnrr di Uneba Lombardia. “Dobbiamo pretendere – ha detto- che nelle aziende sanitarie, a livello territoriale, si sottoscrivano gli accordi previsti da varie norme e che prevedono il coinvolgimento del Terzo Settore. E nei piani di zona della sanità e del sociale territoriale gli enti gestori dovrebbero essere presenti”.
“Ci siamo abituati a fare la coprogettazione: lo scatto culturale deve essere la coprogrammazione”, ha detto nel suo intervento Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore. Una coprogrammazione che può estendersi dalla progettazione del servizio a uno sguardo sull’evoluzione della società. “Noi enti del Terzo Settore siamo competenti, e abbiamo un punto di osservazione che le istituzioni non hanno”.
“Noi enti non profit dobbiamo opporci alla logica delle gare d’appalto, che ci mettono l’uno contro l’altro, e invece metterci insieme, per sederci dalla stessa parte del tavolo della politica”, ha detto Valentina Blandi nel suo intervento “Uneba protagonista dei cambiamenti di paradigma dell’operatività del Terzo Settore: obiettivi, iniziative, attività e strumenti”, in cui ha invitato a recuperare e offrire spazi di comunità, in opposizi0ne alla logica di mercato in cui siamo immersi, e a cambiare prospettiva, organizzandosi dal punto di vista del paziente e non del servizio, facendo del paziente un coproduttore del suo processo di salute.
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