Una nuova pubblicazione per capire il futuro del sistema sociosanitario e il ruolo in esso degli Enti del terzo settore gestori, di fronte alla nuova disciplina sull’accreditamento e la contrattualizzazione introdotta dalla legge n. 118/2022 sulla concorrenza.
Si tratta del libro “Gli Enti del Terzo Settore nei servizi sociosanitari tra concorrenza e amministrazione condivisa – Nuovi criteri di accreditamento e accordi contrattuali, co-programmazione e co-progettazione”, Maggioli Editore, curato dall’avv. Alberto V. Fedeli con gli avv.ti Angelo Bianco e Marco Ubezio. Il libro si colloca nel percorso di approfondimento svolto in UNEBA sui temi della concorrenza, grazie in particolare all’apposito gruppo, coordinato dall’avv. Fedeli, costituito nell’ambito dell’Osservatorio Giuridico / Commissione Giuridica Nazionale Uneba, di cui sia Bianco che Fedeli che Ubezio fanno parte.
La pubblicazione è quanto mai utile nel fornire strumenti conoscitivi e interpretativi per seguire, con consapevole attenzione, e per controllare il processo attuativo delle nuove norme da parte delle Regioni, il cui termine è posto al 31/12/2024. Pare che si stia procedendo ad adottare una proroga del termine, da più parti richiesta, anche da UNEBA. Si auspica che si possa procedere anche a un ripensamento della nuova disciplina, se non abrogandola almeno emendandola in modo da evitare attuazioni totalmente pro-concorrenziali, di fatto non compatibili con il sistema e nemmeno richieste dal diritto dell’Unione Europea.
Nel volume ben si approfondiscono infatti le caratteristiche del Servizio Sanitario Nazionale: sistema integrato pubblico-privato fondato sui principi di solidarietà e sussidiarietà, rispetto alla quale il principio di concorrenza recede prevalendo le esigenze di programmazione pubblica e di tutela della salute.
Si pone in evidenza poi come le nuove norme non possono considerarsi imposte dal diritto dell’Unione Europea sulla concorrenza, per la semplice ed evidente ragione che la normativa fondamentale di riferimento, la c.d. Direttiva Bolkestein, esclude specificamente dal suo ambito di applicazione la materia sanitaria, la quale è liberamente disciplinata dagli Stati membri, così come i servizi di interesse generale, anche economici.
Se la nuova disciplina resta, occorre quanto meno fornirne una interpretazione costituzionalmente orientata e sistematicamente corretta, che nel libro si tenta di delineare. L’applicazione delle nuove norme non può infatti condurre a un sovvertimento del sistema in favore di una apertura piena al mercato concorrenziale, dovendosi mantenere la centralità della programmazione, con previa rilevazione del fabbisogno, attività che deve precedere il riconoscimento di nuovi accreditamenti e la stipula delle contrattualizzazioni. Si dovranno evitare meccanismi di chiusura del sistema, ma questo risultato si ottiene non già ponendo periodicamente a bando tutti i posti letto e volumi di prestazioni già accreditati e contrattualizzati, ma prevedendo procedure trasparenti e aperte, con chance di accesso anche per nuove strutture, aventi a oggetto il conferimento di quote integrative derivanti dall’indice di fabbisogno territoriale e di eventuali quote aggiuntive che si intendono prevedere, tenendo conto però dell’attività contrattualizzata che già si svolge. Deve essere in ogni caso garantita la continuità assistenziale, la libertà di scelta degli utenti, i principi di libertà di assistenza e di sussidiarietà orizzontale.
Ben rilevante è l’individuazione dei criteri di qualità, sicurezza e appropriatezza per i nuovi accreditamenti e per le contrattualizzazioni, che le Regioni devono compiere dettagliando e adeguando all’ambito sociosanitario e alle caratteristiche dei servizi regionali i criteri posti dagli allegati A e B del Decreto del Ministero della Salute 19 dicembre 2022. Nel libro sono presentati i principali criteri con utili indicazioni applicative.
Il libro propone altresì alcuni canoni interpretativi da impiegare nell’attuazione di tali criteri, anche in ottica di sostenibilità degli adempimenti per gli enti coinvolti, nonché una prima ricognizione delle prime normative regionali in materia. Il rischio da scongiurare è che un appesantimento degli aspetti burocratici finisca per sottrarre tempo alle cure e, in ultima analisi, alla qualità, alla sicurezza e all’appropriatezza.
In questo contesto non può non tenersi conto della particolare posizione giuridica degli Enti del Terzo Settore gestori di servizi sociosanitari, i quali dal Codice del Terzo Settore (d.lgs 117/2017, art. 55) sono abilitati (e lo sono anche le ONLUS, come chiarito dal TAR Lombardia, con sentenza n. 2533/2024) a partecipare alla co-programmazione e co-progettazione nel nuovo modello di “Amministrazione condivisa”, come delineato dalla nota sentenza n. 131/2020 della Corte Costituzionale, applicabile anche nel settore sanitario e sociosanitario.
Il Terzo Settore, anche quello che gestisce servizi accreditati, è un partner degli enti pubblici, e non un mero fornitore di servizi, vocati a collaborare con gli enti pubblici perseguendo i medesimi fini di solidarietà sociale e non a perseguire fini lucrativi sul mercato. Questo specifico ruolo è riconosciuto in ambito sanitario e sociosanitario dall’art. 1, comma 18, del D.lgs. n. 502/1992 e, recentemente, rilanciato dal d.lgs. n. 29/2024 sulla popolazione anziana non autosufficiente, e dal d.lgs. 62/2024 sulla disabilità.
Le nuove norme introdotte dalla legge sulla concorrenza non impediscono certo di utilizzare per gli Enti del Terzo Settore le forme di collaborazione dell’”Amministrazione condivisa”. E, anzi, la co-progettazione è la forma maggiormente idonea alla realizzazione di quella rete di servizi, che garantiscono sul territorio il collegamento sinergico di interventi a filiera con approcci multidimensionali e l’integrazione tra servizi sanitari e sociosanitari e quelli socioassistenziali, che è l’obiettivo e, insieme, la forma della nuova assistenza territoriale (d.m. n. 77/2022). La nuova assistenza territoriale non può essere lasciata alle sole logiche del mercato sanitario e sociosanitario nella concorrenza tra enti erogatori accreditati, ma richiede che i servizi siano conseguenti a un’attività di programmazione e integrazione operata dal pubblico secondo il modello dell’Amministrazione condivisa con il Terzo Settore.
Nel libro sono presentati gli istituti della co-programmazione e co-progettazione e il loro utilizzo in ambito sociosanitario: la co-programmazione, specie nella stesura dei Piani di zona, dei Piani sanitari e sociosanitari regionali, della programmazione distrettuale specie nell’attuazione della nuova assistenza e medicina territoriale e di comunità; la coprogettazione, specie nella realizzazione e potenziamento della rete integrata di servizi, per interventi e progetti innovativi, e nella stessa realizzazione con l’ente pubblico di un servizio accreditato.
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