L’Istat svolgerà nel 2012 il censimento del non profit, con le modalità indicate nel Piano generale approvato il 22 febbraio 2012.
L’obbiettivo è scattare una fotografia della situazione al 31 dicembre 2011: gli enti censiti dovranno descrivere, rispondendo al questionario, la loro situazione a quella data.
Ma chi dovrà rispondere? L’Istat definisce istituzioni non profit ”unità giuridico – economica dotata o meno di personalità giuridica, di natura privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni, diversi dalla remunerazione del lavoro prestato, ai soggetti che la hanno istituita o ai soci”.
E la definizione, chiarisce l’Istat, comprende “le associazioni, riconosciute e non riconosciute le fondazioni, le cooperative sociali, i comitati (…) le ong, le organizzazioni di volontariato, le onlus, i partiti politici, i sindacati, le associazioni di categoria, gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti”. Dovrebbero essere più di 400 mila gli enti coinvolti.
Rispondere al censimento è obbligatorio.
Quali saranno le domande del censimento? La rivista Non per profitto le sintetizza così:
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