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Anziani sempre più poveri. Servizi sociali degli enti locali, sempre più coinvolto il terzo settore.

Due studi realizzati dall’Auser offrono spunti di riflessione anche per gli enti Uneba. Ne riassumiamo in breve i contenuti, maggiori dettagli qui.

Indagine “La condizione sociale degli anziani”: peggiorano progressivamente le condizioni di vita degli anziani.

Tra 2003 e 2008 la spesa media mensile di un anziano è aumentata a esclusivamente nelle componenti dei costi per l’abitazione e l’energia (+1,1%) e dei trasporti (+1%). In calo invece le spese per alimentazione (- 1,4%) e abbigliamento e calzature (- 0,5%).

Le famiglie anziane (capofamiglia over 64) e quelle quasi anziane (capofamiglia tra 55 e 64 anni) sono quelle con il debito per beni di consumo più elevato.

Grande disuguaglianza nelle pensioni. Sfiora i 780 euro l’importo medio mensile delle pensioni percepite dagli anziani in Italia  Ma se il pensionato, con più di 65 anni, vive al Sud, la media è 620 euro, mentre a Nordovest è di 910 euro. Se poi l’anziano del Sud è uomo la sua pensione media è di 792 euro, mentre la media è di solo 490 euro per le donne. Infine, mediamente, tra un settantenne e un ultra-ottantenne in pensione passa una differenza di oltre 180 euro (da 680 a 500 euro pro-capite).

“Rapporto enti locali e terzo settore”: metà della spesa per il sociale dei Comuni è esternalizzata

La gestione dei servizi sociali vede sempre più protagonista il terzo settore, in presenza però di regole e criteri di affidamento ancora incerti e poco trasparenti. Sono soprattutto i Comuni più grandi ad affidare all’esterno la gestione dei servizi sociali e alla persona. I settori d’intervento che assorbono le quote maggiori di risorse riguardano la gestione degli asili nido, delle strutture residenziali e dei ricoveri per anziani e dell’assistenza domiciliare. Nel 2009 circa il 51,6% (55% al Sud, 49% nel Nordovest) della spesa comunale finalizzata all’assistenza, è stata impiegata dai Comuni per affidare all’esterno la gestione di interventi e servizi sociali.

Il 15% delle gare d’appalto sono state indette sulla base del criterio di aggiudicazione al prezzo più basso determinato mediante massimo ribasso sull’elenco delle offerte, a prescindere dalle componenti tecniche e qualitative delle offerte.

Ad aggiudicarsi la fetta più grossa dei bandi sono le cooperative sociali, soprattutto nel Nord Ovest (88%). Le associazioni di volontariato risultano affidatarie dei servizi sociali al Sud per il 21% dei casi, nelle isole per il 23%.

Le cooperative sociali gestiscono in particolare servizi di assistenza domiciliare agli anziani, interventi assistenziali di base (gestione di centri con ospiti residenziali), e servizi all’infanzia, specie quelli a carattere educativo e ricreativo. Alle associazioni di volontariato i Comuni affidano in particolare la gestione di servizi cosiddetti innovativi e integrativi, di supporto agli interventi “complessi”: laboratori di animazione sociale, interventi di sollievo e supporto psicologico, trasporti sociali, accompagnamento, servizi agli immigrati.

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