La giunta regionale del Veneto ha approvato il nuovo Piano socio-sanitario regionale per il triennio 2012-2014. E’ qui.

Si tratta di un disegno di legge che ora passa all’approvazione del consiglio regionale.

Qui il comunicato stampa della giunta.

Il Piano individua le priorità o le politiche da sostenere nelle aree Anziani, Disabili, Minori, quelle cioè che riguardano direttamente gli enti associati a Uneba Veneto.

Qui di seguito una sintesi con l’elenco degli interventi da promuovere o delle scelte su cui la giunta insiste.

AREA MINORI

  • mediazione familiare e supporto alle famiglie in crisi
  • politiche di promozione del benessere e tutela per i minori
  • affido etero familiare
  • servizi residenziali e semiresidenziali a favore dei soggetti in età evolutiva affetti da disturbi neurologici e psicopatologici

AREA ANZIANI

  • estensione del Servizio Assistenziale Domiciliare
  • contributi economici ed assegni di cura per le famiglie che si fanno carico di anziano non autosufficiente
  • moduli sollievo, soggiorni ad alta protezione, centri diurni per il sollievo alla famiglia
  • piena applicazione della legge regionale 30/2009, a garanzia dell’universalità di accesso al servizio e del potenziamento delle strutture complementari a valenza riabilitativa o intermedia finalizzate al rientro a domicilio
  • housing sociale protetto

E in particolare per quanto riguarda la residenzialità socio sanitaria:

  • attualizzare il sistema dell’offerta di residenzialità nell’ambito della programmazione regionale e nei limiti delle risorse a ciò destinate
  • strutture residenziali e semiresidenziali in grado di erogare anche servizi di supporto alla domiciliarità (fornitura pasti, servizi assistenziali e riabilitativi..) ma anche strutture di ricovero intermedie (es. ospedali di comunità)
  • garantire la facoltà del cittadino di scegliere la struttura residenziale

AREA DISABILI

  • migliorare i processi di valutazione del funzionamento della persona e dell’appropriatezza dell’intervento, favorendo l’adozione di strumenti comuni
  • sostenere tutte quelle iniziative che in questi decenni hanno garantito servizi residenziali e semiresidenziali strutturati per i soggetti più gravi, progetti di autonomia e di inserimento lavorativo
  • sperimentazione di un centro di ascolto e sostegno alle famiglie con bambini disabili
  • consolidamento dei centri diurni. A fronte però dell’incremento della domanda di inserimento e la necessità di garantire la sostenibilità, si dovranno ricercare modalità organizzative e gestionali flessibili, rivolte soprattutto a persone con marcata gravità. Per persone con profili di lieve o media gravità andranno, invece, ricercate soluzioni alternative quali l’integrazione sociale in ambiente lavorativo
  • potenziamento della rete residenziale per le persone con disabilità, come da legge regionale 22/02, anche attraverso modalità diverse: dalla costituzione di Fondi solidarizzati alimentati dai Comuni, a donazioni liberali, ad erogazioni di fondazioni bancarie

Per quanto riguarda le strutture socio sanitarie, il Piano (a pagina 26 del documento) individua tra le priorità:

  • riconversione di strutture ospedaliere dismesse (…) con una valenza sociale-sanitaria
  • valorizzazione delle strutture extraospedaliere (…) (per farne) una leva fondamentale nel processo di riorganizzazione dei livelli di assistenza, garantendo costi sostenibili
  • (ri)definizione delle funzioni e degli standard delle strutture a carattere temporaneo, in particolare le strutture intermedie, con potenziamento a fronte della ridefinizione dell’offerta ospedaliera
  • flessibilità organizzativa