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500 milioni di investimenti immobiliari per nuove strutture per anziani nel 2018

Cergas Sda Bocconi ed Essity, azienda che è anche sponsor di questo sito, hanno presentato il 1° Rapporto dell’Osservatorio Long Term Care “L’innovazione e il cambiamento nel settore Long Term Care” lunedì 17 settembre a Milano, con la partecipazione e l’intervento di Uneba con il suo presidente Franco Massi.

Leggi la sintesi del Rapporto.

Ecco alcuni dei dati emersi dal Rapporto

  • 2,85 milioni di anziani non autosufficienti (2015) .Ognuna di queste persone ne impegna altre tre, tra famigliari e badanti: quindi quasi 10 milioni di individui sono coinvolti nella long term care.
  • 301.693 posti letto o posti disponibili in servizi per non autosufficienti, considerando sia le strutture sia sociosanitarie che sociali (2015)
  • 8 milioni di caregivers famigliari. 1 su 8 è un anziano.
  • 4000 strutture residenziali per anziani, i gestori sono 1927, per il 70% privati. Ogni gestore gestisce mediamente 140 posti letto.
  • 500 milioni di investimenti immobiliare in nuove strutture per anziani nel 2017
  • 57 strutture sono state acquistate  nel 2017 da uno dei 17 maggiori player di mercato: progressiva aggregazione e concentrazione del mercato in questo settore
  • I comuni riservano 4 miliardi alla non autosufficienza, metà della loro spesa sociale. Il sistema sanitario spende 11 miliardi.

LA TECNOLOGIA

Tra le strutture residenziali per anziani che l’Osservatorio ha interrogato,” in quasi la metà dei casi (47%) – si legge nel comunicato stampa- i servizi offerti prevedono l’utilizzo di innovazioni tecnologiche, anche se è solo nel 12% dei casi che queste sono utilizzate a pieno regime nella quotidianità, il 9% è stato introdotto con progetti pilota mentre il 13% vive una fase di sperimentazione iniziale.

Inoltre, la tecnologia utilizzata riguarda principalmente APP e dispositivi mobili, impiegati per attività di cura e assistenza”e di supporto  mentre latitano ancora innovazioni tecnologiche più avanzate e di frontiera come la robotica, la stampa 3D e l’intelligenza artificiale, che possono essere utilizzate per aspetti più profondi della gestione degli anziani come il self management e il supporto ai familiari.

Tra i fattori che rallentano un pieno utilizzo di innovazioni tecnologiche nel settore, ci sono mancanza di risorse interne all’azienda e da finanziamenti esterni e i limiti imposti dalle normative vigenti”.

Sullo stesso tema della tecnologia nelle case di riposo e le strutture socioassistenziali, segnaliamo il convegno  “Fragilità e Nuove Tecnologie – Semplificare i processi e abilitare nuovi servizi” dell’associato Uneba Veneto Opera Immacolata Concezione.

1 Comment

  1. Tra i fattori che rallentano le innovazioni METTEREI al primo posto il mancato dei pagamenti da parte delle ASL/Regioni per le prestazioni effettuate in regime di convenzione, in tempi ragionevoli. Questo determina gravi problemi di pagamento stipendi, ricorso al prestito bancario con interessi e, ovviamente, una mancanza di risorse per investimenti tecnologici.


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