E’ possibile una situazione futura in cui le Onlus possono sapere chi ha destinato loro il 5 per 1000. Ma per farlo serve un intervento del legislatore: una nuova legge.
Lo ha chiarito il Garante per la Protezione dei Dati Personali rispondendo al quesito presentato da alcuni degli enti ai primi posti tra i beneficiari del 5 per 1000.
“Si ritiene – scrive il Garante- che la conoscibilità dei dati dei donatori del 5×1000 da parte delle organizzazioni no-profit (…) non possa prescindere, oltreché dalla volontà degli interessati, da un intervento normativo che, incidendo sulla stessa disciplina di riferimento, consideri – calibrandone la portata in rapporto ai diritti e alle libertà fondamentali degli interessati – presupposti, modalità e limiti dell’operazione”.
Gli enti hanno anche presentato una ipotesi di testo di legge per introdurre la conoscibilità dei dati dei donatori, e sul tema il Garante presenta alcune osservazioni.
Organizzazioni beneficiarie del cinque per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e conoscibilità dei dati identificativi dei contribuenti – Intervento del Garante Privacy del 19.11.21 (segnalato sulla newsletter del Garante 485 del 22.12.21)
Come ben sanno i tanti enti Uneba iscritti tra i beneficiari del 5 per 1000, attualmente chi beneficia del 5 per 1000 è tenuto a pubblicare sul proprio sito l’importo ricevuto, ma non può sapere chi ha scelto di destinargli il 5 per 1000: non lo può ringraziare, non può fargli sapere personalmente come ha usato i fondi arrivati grazia al 5 per 1000, non può tentare di coinvolgerlo in altre raccolte fondi
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