Dalla Legge di Bilancio 2016, grazie alla fiscalità favorevole, il welfare aziendale in Italia “sta vivendo una fase di grande vitalità, anche se al momento è fatta più di annunci che di numeri reali, ancora piuttosto ridotti.
Tuttavia, se gli aspetti contradditori saranno affrontati per bene e per tempo, il welfare aziendale è destinato a vivere un reale decollo, rispondendo alle nuove aspettative di sicurezza dei lavoratori e alle esigenze di buone performance delle aziende, e contribuendo anche alla soluzione della più generale crisi di sostenibilità del sistema di welfare italiano”.
Lo dice il primo Rapporto sul Welfare Aziendale realizzato da Censis e Eudaimon.
Il Rapporto sottolinea la necessità di fare informazione sul tema, perché è ridotta la percentuale dei lavoratori che ha una conoscenza precisa del tema- e di andare oltre la dimensione meramente aziendale della gestione del welfare – visto anche il gran numero di piccole e micro aziende in Italia- attraverso meccanismi di aggregazione. Questi meccanismi, oltretutto, “innalzano il potere d’acquisto delle risorse messe in campo da lavoratori e aziende, e favoriscono la diffusione delle best practices”.
Il Rapporto evidenza anche la necessità di “pieno riconoscimento per le aziende che promuovere il welfare aziendale è un indicatore di grande modernità nella gestione delle imprese, perché orienta verso rapporti più cooperativi che conflittuali, e perché può contribuire a costruire una comunità aziendale in cui le performance e gli obiettivi siano il presupposto per il benessere di tutti i componenti e non un moltiplicatore di disparità”.
Nelle tabelle qui sotto, alcuni dei risultati del Rapporto Welfare. Spicca ad esempio il particolare gradimento per il welfare aziendale delle famiglie con figli, e la forte richiesta di servizi per la non autosufficienza.
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