Non è giusto che i bandi Inail per la sicurezza escludano il non profit, e per questo Uneba si appella al ministero del Lavoro.
Lunedì 14 aprile il presidente di Uneba Maurizio Giordano ha scritto alla Commissione interpelli presso il Ministero del lavoro per chiedere di adottare criteri interpretativi e direttivi a cui devono attenersi i bandi dell’Inail.
“Escludere (dai bandi) questa importante area del Terzo Settore (…) – scrive Uneba-, che assume grande rilievo nella attuale fase critica delle finanze pubbliche e di ripensamento del welfare (…), ne limita la possibilità di migliorare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, con danno sia dei lavoratori che degli stessi assistiti, e viola la libertà di concorrenza”.
La protesta di Uneba nasce dall‘avviso dell’Inail Isi 2013 “Incentivi alle ìmprese per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro”. Tra i requisiti per l’accesso ai contributi, Inail prevede anche l’iscrizione nel Registro imprese della Camera di Commercio. Si tratta di un requisito non indicato dal legislatore quando nel decreto legislativo 81/08, articolo 11 prevede che l’Inail finanzi progetti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Proprio a motivo della mancata iscrizione al Registro, una fondazione associata ad Uneba ed impegnata in attività socioassistenziale si è vista rifiutare da Inail l’accesso al bando.
Uneba ha già scritto ad Inail per ottenere un chiarimento, e per chiedere la rimozione di questa discriminazione verso migliaia di fondazioni e associazioni che per loro natura non sono iscritte nel Registro imprese.
Del resto, questi enti hanno caratteristiche ed organizzazione delle imprese, e in moltissimi settori sono sottoposte alla stessa legislazione delle altre imprese. E attraverso l’iscrizione nel Registro persone giuridiche e al Rea della Camera di Commercio sono ugualmente sottoposte a controllo e obbligate alla trasparenza.
Che senso ha, allora, questa discriminazione contro il non profit?
Ecco perché Uneba, in difesa delle centinaia di enti suoi associati ma anche di tutto il terzo settore, porta avanti ancora la sua battaglia per l’equità nell’accesso al bando.
Trovate qui sotto oppure qui la lettera inviata da Uneba al Ministero.
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