La giunta della Regione Friuli Venezia Giulia ha presentato il testo base di proposta di riforma della sanità. Il disegno di legge “Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria” è aperto ora ai contributi e che dovrà successivamente essere esaminato ed approvato dal consiglio regionale prima di diventare legge.
Oltre a quanto già anticipavamo, emergono altri dettagli della riforma.
Previsto l’accorpamento tra Ass e aziende ospedaliere-universitarie a Trieste ed Udine, oltre che tra le Ass 2 e 5.
E’ costituito l’ente per la gestione accentrata dei servizi sociosanitari, con funzioni “di aggregazione della domanda e centrale di committenza per l’acquisizione di beni e servizi, nonché funzioni accentrate amministrative, gestionali e di supporto programmatorio.
Nella direzione strategica di ciascuna Ass è prevista la figura del coordinatore sociosanitario, nominato dal direttore generale, che lo “coadiuva nel governo dell’Azienda svolgendo attività di supporto per la programmazione e l’indirizzo delle attività sociosanitarie”.
A Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Maniago, Sacile e all’ospedale Maggiore di Trieste “sono garantite, oltre alle attività assicurate dai centri di assistenza primaria le attività residenziali di assistenza primaria realizzate in residenze sanitarie assistenziali ovvero presso gli ospedali di comunità”.
All’articolo 21 si stabiliscono le tipologie di assistenza domiciliare:
- cure domiciliari prestazionali- prestazioni sanitarie occasionali o a ciclo programmato
- cure domiciliari integrate (ADI)
- cure domiciliari di elevata intensità e palliative per malati terminali
- assistenza domiciliare integrata con i servizi sociali
All’articolo 23 si stabiliscono le tipologie di strutture intermedie
- rsa
- hospice
- centri di riabilitazione ex legge 833/78
- ospedali di comunità
“L’integrazione e il coordinamento delle strutture intermedie viene attuata a livello distrettuale tramite l’Unità di valutazione distrettuale (U.V.D.)”
Sono comprese nei Lea, e quindi garantite dalle aziende sanitarie, “le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale e le prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria”, e quindi l’assistenza medica primaria, infermieristica, riabilitativa e farmaceutica presso le strutture per anziani, disabili, minori, salute mentale, dipendenze.
Per queste stesse strutture, entro 180 giorni dalla futura entrata in vigore della riforma, la Regione dovrebbe procedere a rivedere e stabilire nuovamente “gli obiettivi, le funzioni, i criteri di erogazione delle prestazioni sociosanitarie nonché il fabbisogno di strutture residenziali e semiresidenziali” oltre che indicazioni per rendere ovunque omogenei i criteri della valutazione multidisciplinare
E’ previsto inoltre che entro 12 mesi dall’approvazione della riforma, un regolamento fissi i requisiti per la realizzazione e per la procedura per l’autorizzazione delle strutture sociosanitarie. Regole che varranno per le nuove strutture, ma pure per il trasferimento di quelle esistenti.
Previsti anche, ma senza una scadenza fissata per la sua emanazione, nuovi regolamenti sull’accreditamento, sugli accordi contrattuali, sui controlli delle prestazioni erogate dalle strutture sociosanitarie.
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