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Patto per la salute 2014-2016: le novità per il settore sociosanitario

Firmato il Patto per la salute per gli anni 2014-2016 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano: è l’Accordo finanziario e programmatico in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale.

Leggi il Patto per la Salute

Qui sotto o qui le slide con cui il Ministero della salute di Beatrice Lorenzin sintetizza i punti principali del Patto.

Alcuni spunti dal Patto

Il finanziamento statale del Sistema Sanitario Nazionale è di:

  • 109,9 miliardi per il 2014
  • 112 miliardi per il 2015
  • 115,4 per il 2016

salvo modifiche necessarie “per il raggiungimento di obbiettivi di finanza pubblica”

Entro il 31 dicembre 2014 un dpcm approvato d’intesa con la conferenza Stato Regioni procederà all’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Con decreto approvato entro il 31 ottobre 2014 si stabiliscono criteri per premiare le Regioni che migliorano la loro situazione, anche riguardo all’erogazione dei Lea

Per garantire l’assistenza territoriale e la sua continuità, le Regioni sono vincolate ad istituire le Unità Complesse di Cure Primarie (specialisti e medici di medicina generale assieme) e le Aggregazioni Funzionali Territoriali (più medici di base assieme)

Entro il 31 ottobre si arriverà ad un accordo sugli ospedali di comunità: requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici, regole su accreditamento e tariffe, standard di posti letto

E’ previsto un nuovo sistema di partecipazione alla spesa sanitaria: entro il 30 novembre 2014 un gruppo di lavoro presenterà la proposta. Criteri: in prima applicazione si considerano “condizione reddituale e composizione del nucleo famigliare”, successivamente si potrà prendere in considerazione la condizione economica della famiglia.

Per quanto riguarda il settore sociosanitario (da pag 18 del Patto)

il Patto stabilisce che l’accesso ai servizi sociosanitari avvenga attraverso un “punto unico” che poi indirizza il cittadino e che per stabilire a che tipo (residenziale, diurno…) di prestazioni si ha diritto e con quale intensità assistenziale ci sia una valutazione multidimensionale. L’equipe responsabile della presa in carico deve stilare un Piano delle prestazioni personalizzato.

“Le Regioni si impegnano ad armonizzare i servizi socio sanitari, individuando standard minimi qualificanti di erogazione delle prestazioni socio sanitarie”.

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