“Un luogo credibile nel quale i cristiani sappiano costruire relazioni di vicinanza e sostegno alle giovani generazioni, rispondendo alla loro domanda di significato e di rapporti umani autentici”. E’ l’identikit della scuola cattolica tracciato dalla nota pastorale della Cei su “La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società intera”, diffusa mercoledì 30 luglio 2014.
Ecco, nella sintesi del Sir, alcuni estratti dal documento.
Al servizio dei poveri
La scuola cattolica “è nata per porsi al servizio di tutti, in particolare dei più poveri e deve continuare a esercitare il suo servizio come testimonianza dell’impegno di tutta la comunità ecclesiale nella realizzazione del quotidiano compito educativo e della costante attenzione ai più deboli”.
Parità
“La parità scolastica è interesse e patrimonio di tutti i cittadini, perché il diritto a una educazione e a un’istruzione libere appartiene a ogni persona, indipendentemente dalle sue convinzioni religiose o dai suoi orientamenti culturali”.
“Ancora incompiuto rimane il cammino verso una parità effettiva che dia reale efficacia alla libertà di scelta educativa delle famiglie (…) Fino a tanto che la legislazione italiana sulla parità non avrà ottenuto il suo completamento anche sul piano del suo finanziamento, a una parità nominale affermata non corrisponderà mai una parità nei fatti”
Risparmio per lo Stato
Le scuole cattoliche rappresentano “un significativo risparmio per l’amministrazione statale”, oltre che “un prezioso contributo di idee e di esperienze sul piano organizzativo, didattico e gestionale per tutto il sistema educativo nazionale”.
Costo medio annuo per lo Stato per un alunno di scuola statale: 5246,6 euro
Costo medio annuo per lo Stato per alunno di scuola paritaria: 481,4 euro
Impegno per le diocesi
“La scuola cattolica deve essere considerata una vera risorsa della Chiesa locale e non un fattore accessorio o una pesante incombenza gestionale”.
“Ogni Chiesa locale si senta interpellata dalla realtà della scuola cattolica” e promuova “iniziative utili alla incentivazione e valorizzazione della sua presenza nel territorio”.
“Il vescovo è il primo responsabile e la figura di riferimento obbligata”
Tra i suggerimenti pastorali: “Realizzare un vero progetto educativo diocesano o interdiocesano di scuola cattolica”, “stabilire tutti i più opportuni collegamenti tra le scuole cattoliche, la Caritas diocesana, la pastorale giovanile, la pastorale vocazionale e gli uffici di pastorale della salute e della famiglia per lo studio delle problematiche di carattere sociale connesse al mondo della scuola”.
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