Nasce all’interno della rsa Camelot di 3SG di Gallarate (Varese), ente associato Uneba Lombardia,, “La voce del silenzio”, associazione di volontariato per i familiari delle persone in condizione di veglia non responsiva.
La presentazione sarà giovedì 4 maggio alle 21 al Teatro del Popolo di Gallarate, con l’intervento dell’orchestra del liceo musicale Pina Bausch Candiani di Busto Arsizio.
Erika Varalli è la presidente dei “La voce del silenzio” ed è la sorella di Mattia, scomparso nel novembre scorso, dopo oltre quattro anni trascorsi in stato vegetativo nel nucleo La Tavola di 3SG.
“Abbiamo una missione precisa – spiega l’associazione- divulgare la conoscenza dello stato vegetativo, sensibilizzare l’opinione pubblica, fare rete con altre organizzazioni simili alla nostra e soprattutto assistere i parenti dei pazienti. Offriremo ogni tipo di collaborazione alle famiglie che si trovano catapultate in questa nuova dimensione, fornendo loro un orientamento nella rete dei servizi, un conforto morale e proponendo delle attività integrative che possono aiutare a far vivere meglio la quotidianità”
“Avere un’associazione come questa all’interno della struttura – spiega il presidente di 3SG Giacomo Peroni – Rappresenta per noi un importante valore aggiunto. Abbiamo altri esempi al nostro interno, sappiamo che risultati arrivano. Erika Varalli è indubbiamente la persona giusta per iniziare questo percorso: ora possiamo entrare a tutti gli effetti nella rete a livello nazionale”.
2 Comments
ciao, sono Michela, la sorella di Stefano. Stefano e’ in stato vegetativo da 3 mesi. stiamo lottando per cercare una possibilità, una speranza, per fagli riprendere conoscenza.
stiamo cercando un neurologo, un neuro fisiologico, un professionista che aiuti Stefano.
attualmente e’ a Somma Lombardo in riabilitazione. se potete aiutarmi a capire come posso aiutarlo, dove e’ la struttura specializzata migliore per lui questo momento.
grazie
Michela
Gentile Michela,
abbiamo interpellato i nostri referenti in zona, che la invitano ad affidarsi con fiducia alla rete dei servizi pubblici: dall’assistente sociale dell’ospedale di Somma alla ATS Insubria, che ha assegnato dei posti letto per persone come Stefano distribuiti nella provincia, oltre a servizi domiciliari.