Che cosa prevede esattamebte la riforma della scuola del governo Renzi per le paritarie?
“Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria dell’infanzia o del primo ciclo” si legge nel comunicato stampa del Governo al termine del consiglio dei ministri del 12 marzo.
Il Consiglio dei ministri, in ogni caso, ha semplicemente approvato un disegno di legge. Ora spetta a Camera e Senato discuterlo, con la possibilità, naturalmente, di modificarlo. Solo dopo la doppia approvazione della Camere ci potranno effettivamente essere le detrazioni.
Queste rappresenterebbero un beneficio anche per le scuole, perché in questo modo le rette risulterebbero meno onerose per le famiglie.
Ma decisivo sarà l’ammontare delle detrazioni: la voce che circola, citata da Avvenire, è di un tetto di 400 euro all’anno ad alunno. Renzi ha annunciato che lunedì 16 il disegno di legge sarà presentato al Parlamento, e quindi si potrà capire esattamente a quanto ammontano le detrazioni previste, e con quale meccanismo.
Resta chiaro che il disegno di legge esclude dall’applicazione delle detrazioni le scuole superiori (che peraltro di solito sono anche quelle con le rette più alte) e i nidi (ma per i nidi, pubblici o privati, esistono già altre detrazioni).
Gli sgravi non sono citati nelle slide di sintesi dei punti principali del progetto di riforma La Buona Scuola diffuse dal Governo.
Come ricorda il Corriere della Sera, “in base ai dati del Miur, il numero di alunni che nell’anno scolastico 2013/14 hanno frequentato una scuola paritaria sono circa 993 mila, di cui 622 mila la scuola dell’infanzia (materna), 186 mila la primaria, 66 le medie e 119.000 le superiori. Il valore medio delle rette annuali pagate dai genitori è stato fissato, come media, pari a 1.500 euro per l’infanzia, a 2.000 euro per la scuola primaria, a 3.000 euro per le medie e a 4.500 euro per le superiori”.
No comment yet, add your voice below!