La Presidenza del consiglio dei ministri ha dato risposta all’Uneba che, con una lettera al presidente Monti, aveva sollevato il problema della discriminazione a danno degli Enti socio assistenziali ad opera della circolare 2 del 26 gennaio 2009 del Ministero delle Finanze laddove veniva precisato che il requisito di “ente non commerciale” sussistesse anche in presenza di utili o avanzi di gestione purché non distribuiti solo nel caso di istituzioni scolastiche ed enti assistenziali in regime di convenzione o accreditamento. Escludendo cioè dalla qualifica di ente non commerciale enti di altro tipo che ugualmente non distribuiscono utili o avanzi di gestione.
L’Uneba aveva anche posto la questione degli anziani lungodegenti che non possono considerare abitazione principale l’immobile di loro proprietà non locata dopo aver fissato la residenza anagrafica presso l’Istituto di accoglienza.
La risposta della Presidenza del consiglio dei ministri, prot. 4877 del 22 maggio 2012, ritiene risolto il problema dell’Imu confemandola non dovuta da parte di enti pubblici o privati diversi dalle società e residenti sul territorio dello Stato che non esercitano attività commerciale, in virtù delle modifiche introdotte dalla legge 27 del 24 marzo 2012.
Inoltre, sempre a detta della Presidenza, la legge 44 del 26 aprile 2012 avrebbe risolto anche il problema degli anziani o disabili ricoverati in via permanente, prevedendo che i Comuni possano considerare direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare da essi posseduta a condizione che non risulti locata.
Le richieste di Uneba- 1: nel decreto l’esenzione Imu per gli enti dei settori socio-assistenziale, socio-sanitario e socio-educativo
L’Uneba non considera esaustiva la risposta. In particolare, ritiene tuttora sussistente il conflitto interpretativo generato dalla circolare del ministero delle finanze del 2009 ed auspica, in sede di emanazione del (previsto) decreto ministeriale, che venga chiaramente dichiarata non dovuta l’IMU da parte di enti non commerciali operanti nei settori socio-assistenziale, socio-sanitario e socio-educativo anche in presenza di avanzi di gestione purché totalmente reimpiegati nelle medesime attività.
Le richieste di Uneba-2: Decida il governo sull’aliquota sulla casa degli anziani in casa di riposo o dei disabili che vivono in comunità
In merito ad anziani o disabili ricoverati in via permanente, l’Uneba non ritiene che la soluzione debba essere rimessa ai Comuni. Non ve n’è infatti motivo, considerato che il problema si presenta uniformemente sul territorio in modo svincolato dalle specificità locali, ed i Comuni non hanno nemmeno rilevante interesse alla questione essendo l’IMU destinata, per la maggior parte, allo Stato. Si rischiano pertanto discriminazioni territoriali tra soggetti egualmente fragili.
L’Uneba invita poi il Governo a considerare che spesso la locazione dell’immobile da parte di anziani privi di altri redditi può essere l’unico modo per far fronte alla retta da corrispondere all’Istituto che li accoglie.
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