A quali fondazioni e associazioni,e a quali condizioni, può convenire, con la nuova riforma del Terzo Settore, diventare anche impresa sociale, garantendosi così la defiscalizzazione dell’attività di impresa di interesse generale?
Questo è uno dei punti più critici della Riforma per Uneba, spiega il vicepresidente di Uneba Lombardia Marco Petrillo, perchè è precluso di diventare impresa sociale agli enti in cui la maggioranza del cda è di nomina pubblica. “E’ una situazione critica su cui stiamo lavorando”, insiste Petrillo in questa intervista all’emittente varesina Rete 55.
Petrillo evidenzia altri due requisiti necessari per divenire impresa sociale, come evidenziato dal decreto 112 del 3 luglio 2017 sull’impresa sociale: coinvolgimento di rappresentanti di utenti o dipendenti negli organi decisionali e rapporto 1:8 tra minimo e massimo stipendio nell’ente.
“Noi come Uneba – attacca Petrillo riteniamo che il legislatore abbia deciso di sfruttare l’occasione per un reinquadramento fiscale in senso penalizzante per l’intero settore, e che questa lettura abbia guidato la stesura del decreto sull’impresa sociale”.
E che la Riforma del Terzo Settore rischi di tramutarsi in un maggior aggravio di tasse sulle fondazioni, Petrillo lo aveva già evidenziato in una precedente intervista.
“Preoccupante sul piano fiscale” è la Riforma anche secondo Maurizio Ampollini, presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto. “Per pizzicare e sanzionare qualche furbetto del nostro settore si penalizzano tutti”
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