Ci sono anche nuove regole per l’Isee – si considera il reddito del singolo o quello della famiglia nella determinazione della retta?- tra gli ambiti su cui il governo intende intervenire all’interno della riforma assistenziale in progetto.
Si punta anche a favorire l’integrazione sociosanitaria ed a finanziare “prioritariamente”, nel nome della sussidiarietà, le iniziative non profit nel settore.
Questo prevede la bozza di disegno di legge delega per la riforma fiscale ed assistenziale approvato dal Governo Berlusconi lo scorso 30 giugno, e che potete leggere qui. Dovrà poi essere approvato dal Parlamento.
L’articolo 10 delega il Governo a presentare entro due anni decreti legislativi finalizzati “alla riqualificazione e integrazione delle prestazioni socio assistenziali, al trasferimento ai livelli di governo più prossimi ai cittadini delle funzioni compatibili con i principi di efficacia e adeguatezza, alla promozione dell’offerta sussidiaria di servizi da parte delle famiglie e delle organizzazioni con finalità sociali”.
Questi gli obbiettivi.
Ma come raggiungerli?
Tra le misure previste dal disegno di legge delega, la “revisione degli indicatori di situazione economica equivalente (Isee), con particolare attenzione alla composizione del nucleo familiare” e il “riordino dei criteri, inclusi quelli relativi alla invalidità e alla reversibilità, dei requisiti reddituali e patrimoniali, nonché delle relative situazioni a carattere personale e familiare per l’accesso alle prestazioni socio assistenziali”.
Fondo nazionale per la non autosufficienza
Il disegno di legge delega invita il Governo a provvedere, con i suoi decreti legislativi, all’”istituzione per l’indennità di accompagnamento di un fondo per l’indennità sussidiaria alla non-autosufficienza ripartito tra le Regioni, in base a standard afferenti alla popolazione residente e al tasso di invecchiamento della stessa, nonché a fattori ambientali specifici, al fine di:
- favorire l’integrazione e la razionalizzazione di prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali;
- favorire la libertà di scelta dell’utente; diffondere l’assistenza domiciliare; finanziare prioritariamente le iniziative e gli interventi sociali attuati sussidiariamente via volontariato, non profit, Onlus, cooperative e imprese sociali, quali organizzazioni con finalità sociali quando, rispetto agli altri interventi diretti, sussistano i requisiti di efficacia e di convenienza economica in considerazione dei risultati”.
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