Recuperare i gesti e i riti del prendersi cura di una “piccola” può aiutare anziani che soffrono di demenza a frenare l’ansia e l’agitazione da cui a volte sono travolti. Anche se la piccola da cullare non è una figlia o una nipote, come tante volte in passato. Bensì una bambola.
Sei donne ospiti del centro servizi per anziani Fondazione Santa Tecla di Este (Pd), associato Uneba Veneto, hanno iniziato un percorso di “terapia della bambola”, sotto la guida di educatrici e psicologhe.
UNA TERAPIA CON BAMBOLE SPECIALI – Le anziane coinvolte soffrono di deterioramento cognitivo, e sono soggette a ripetuti attacchi d’ansia o momenti di forte agitazione. Dedicarsi alla bambola non è un gioco, ma una terapia non farmacologica, riconosciuta a livello internazionale per la sua efficacia verso i sintomi della demenza.
“Utilizziamo – spiegano da Fondazione Santa Tecla – speciali ‘bambole terapeutiche’, con aspetto, peso, materiali , posizione di braccia e gambe studiati proprio per favorire l’attivazione di relazioni: attraverso la bambola l’anziano può evocare comportamenti di accudimento e cura che ha sperimentato nel corso della sua vita. Questo può aiutarlo ad aprire nuovi canali di comunicazione che lo aiutano a ridurre la tensione e l’ansia”.
INCONTRI DI GRUPPO, POI INDIVIDUALI – “Abbiamo cominciato il progetto con incontri di gruppo, con tutte e sei le anziane insieme. E ne faremo quanti necessari perché si consolidi il rapporto tra l’ospite e la bambola. Poi inizieremo l’attività individuale”.
Il progetto Terapia della Bambola è un tassello dell’impegno quotidiano di Fondazione Santa Tecla diretto a migliorare la qualità della vita della persone con problematiche legate alla demenza. Per loro la Fondazione organizza anche musicoterapia cognitiva, stimolazione senso riabilitativa e training mnemonico: tutte attività finalizzate a mantenere le abilità cognitive residue e a rallentarne la perdita.
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